INCONTRACRE, quattro laboratori per scoprire l’altra faccia della Terra

Alcuni ragazzi del Cre di Dalmine nella “stanza dell’aria”

“Oggi pomeriggio vogliamo riflettere insieme sul ruolo che tutti abbiamo nel mondo, anche voi ragazzi. Anzi, in un certo senso la vostra responsabilità è ancora più grande perché il futuro del pianeta dipende soprattutto dalle vostre scelte”, spiega Dalila, una delle organizzatrici dei laboratori IncontraCre di quest’anno. Siamo al Patronato San Vincenzo, dove quattro stanze sono state allestite per raccontare ai Cre della bergamasca “l’altra faccia della terra”. Questo pomeriggio i ragazzi sono un centinaio, arrivano da Dalmine: “Siamo venuti in bicicletta, ci ha scortati la polizia, un po’ di piste ciclabili ci sono ma i tratti di strada non sono molto belli”. Ognuno di loro ha un badge colorato in base alla fascia d’età: a turno ciascun gruppo visiterà le quattro stanze, per conoscere quattro elementi (acqua, fuoco, aria, terra), ma anche quattro continenti e il rapporto delle loro popolazioni con il pianeta.

Dalila, educatrice

Entriamo con i ragazzi più giovani, che frequentano la scuola media, nell’aula dedicata al primo elemento, l’acqua. Il pavimento, rivestito di tessuto azzurro, è diventato un mare in cui galleggiano quattro isole di cartapesta. “Il continente di cui parleremo qui è l’Oceania”, dice Mara, “dove si trova la Polinesia, un arcipelago circondato dall’oceano Pacifico. Già tremila anni fa gli abitanti del posto si spostavano usando delle piccole imbarcazioni, su cui caricavano dei maiali. Quando erano in mezzo all’oceano li mettevano in acqua e siccome i maiali hanno un olfatto sviluppatissimo iniziavano a nuotare verso l’isola più vicina; così i navigatori capivano da che parte dovevano andare. Ora giocheremo anche noi a fare come loro. Senza maiali però!”.

Per produrre 1 kg di carne servono ben 15.000 litri d’acqua.

Dopo un primo momento un po’ caotico i ragazzi, divisi in quattro gruppi, iniziano a raggiungere le isole, dove devono pescare dei pesciolini di plastica, camminando su dei piccoli tappetini. Qualcuno tenta di barare (“Cammino sulle acque” è la giustificazione). Alla fine non è chiaro chi ha vinto ma poco importa, tutti si sono divertiti. Si torna seduti e Mara mostra alcune immagini che raccontano con grande semplicità quanto è preziosa l’acqua: per produrre 1 kg di carne, ad esempio, ne servono ben 15.000 litri, quanto basta per fare 250 bagni; per 1 kg di cioccolato serve un’intera piscina; per 1 kg di pomodori invece bastano 214 litri. “Come si può risparmiare acqua?”, chiede Mara. “Stando meno sotto la doccia”, “Bevendo meno”. “Facendo manutenzione degli impianti”, dice un ragazzo informatissimo. C’è ancora qualche minuto per discutere poi si passa a un’altra stanza. E a un altro elemento.

Mara prepara la stanza dell’acqua


Il fuoco, di cartapesta, è al centro della stanza. I ragazzi si siedono intorno. Ed Elena inizia a raccontare: “Gli indiani d’America prendevano il proprio nome da sogni o avvenimenti significativi: ad esempio Cavallo Pazzo si chiamava così perché la notte in cui nacque un cavallo imbizzarrito attraversò il campo indiano. Per loro il nome non era solo come ti chiamavi: rappresentava l’essenza della persona, che nella vita faceva di tutto per rispecchiarla”.

“Cavallo Pazzo si chiamava così perché la notte in cui nacque un cavallo imbizzarrito attraversò il campo indiano.”

Ad ogni ragazzo viene chiesto di scegliere il proprio “nome indiano”: così Alejandro diventa “Lupo che caccia”, Giada “Scoiattolo volante”, Francesco “Donnola ardente”. Lucia sceglie il nome “Confusa come la nebbia”, “Perché sono sempre confusa, anche a scuola prima non capisco poi chiedo le cose e allora capisco”. Il fuoco diventa, infine, un luogo di condivisione e discussione sul tema dell’energia. Ma il tempo passa veloce e arriva il momento di esplorare il terzo elemento: la terra.

Una discussione intorno al fuoco

L’argomento trattato è più attuale e drammatico: lo sfruttamento minerario e petrolifero dell’Africa, ancora oggi fulcro di conflitti e crisi economiche e sociali. I ragazzi, adolescenti, ascoltano con interesse Dalila, che spiega che esistono due tipi di miniere sul territorio africano, quelle all’aperto e quelle sotterranee, in cui spesso vengono impiegati bambini perché più piccoli e agili nel muoversi all’interno degli strettissimi tunnel. Una piccola galleria è stata ricostruita, in cartapesta, al centro della stanza. Qui il “gioco” consiste nel raccogliere e setacciare sabbia contenente palline colorate che rappresentano oro, petrolio, diamanti e coltan. “Questo materiale”, racconta Dalila dopo che i ragazzi si sono tolti i camici da minatori, “viene utilizzato negli smartphone e nei computer che, spesso, sostituiamo o buttiamo senza pensare alle condizioni terribili delle persone che lo raccolgono. I costi per produrre un iPhone infatti sono molto più bassi del suo prezzo di vendita, eppure quel surplus non finisce mai nelle mani dei raccoglitori di coltan, che lavorano in condizioni spesso disperate”.

La piccola miniera in cartapesta ricreata nella stanza della terra

Sono le cinque quando entriamo nell’ultima stanza, quella dell’aria, e dell’Asia: “Un continente”, racconta Serena, “dove megalopoli inquinatissime convivono con luoghi di altissima ricerca spirituale come il Tibet o il Nepal. Se ci pensate l’aria è sempre stata collegata allo spirito, in quasi tutte le religioni”. Questa volta i giochi vengono lasciati da parte e, seduti in cerchio, si discute del motivo per cui il camminare è, spesso, un’azione che porta pace. “Perché rilassa”, dice una ragazza. “Perché avere un obiettivo da raggiungere dà un senso alla vita, e quindi porta pace”, dice un ragazzo. Serena conclude la riflessione citando la frase di un monaco zen, che ha detto che “La pace è ogni passo, perché ogni volta che entri in contatto con la terra le trasmetti la tua intenzione, che lei restituisce. Per questo finché trattiamo male la terra non avremo mai pace”.

IncontraCre è un progetto di Caritas, Ufficio Migranti, Centro Missionario Diocesano, Ufficio Pastorale Sociale e Lavoro e Ufficio Pastorale Età Evolutiva.