GIOVANNA, volontaria internazionale

“Siamo partiti per Atene in quattro, io, altri due ragazzi e Aldo, che guidava il nostro gruppo”, ci ha raccontato Giovanna, che nell’agosto del 2016 ha partecipato come volontaria al progetto Giovani per il mondo.
“Abbiamo lavorato principalmente presso la Neos Kosmos Social House, un progetto di housing sociale che si trova nel quartiere di Neos Kosmos. Eravamo in una zona abbastanza centrale della città, ma bastava fare pochi metri fuori dalla via turistica della città per trovare situazioni di povertà e degrado estremo”.
Alla Neos Kosmos Social House Giovanna e gli altri ragazzi si occupavano soprattutto dei bambini: “C’era una famiglia siriana con tredici figli, occupavano quasi tutto lo stabile. La loro storia mi ha colpito molto, perché il padre, che era già arrivato in Germania, è tornato in Siria per portare via anche il resto della famiglia. Solo che sono rimasti bloccati in Grecia. E ancora oggi si trovano lì”. Il viaggio di Giovanna è stato breve, “Dieci giorni: all’inizio anch’io pensavo che in così poco tempo non si riuscisse a fare praticamente nulla. Invece nel nostro piccolo siamo riusciti a dare una mano: abbiamo visitato due campi profughi, Skaramangas, che si trova in città ed è abbastanza organizzato, ed Elleniko, un accampamento di migliaia di persone nell’ex aeroporto di Atene. Lì abbiamo portato alcuni beni di prima necessità per chi ha bambini molto piccoli, come salviettine e borotalco”.

“È stato molto emozionante, ma anche impressionante, perché in quel campo mancava davvero tutto.”

“Appena arrivati siamo stati letteralmente circondati da bambini. È stato molto emozionante, ma anche impressionante, perché in quel campo mancava davvero tutto. E poi abbiamo anche affiancato alcuni progetti per i cittadini greci colpiti dalla crisi: nel quartiere di Omonia c’è un’associazione che si chiama Shedia -vuol dire «zattera»- che produce una rivista che viene venduta dai senzatetto, che tengono la metà del ricavato. Omonia è un quartiere molto duro: ci vivono tossici, prostitute, e gira la krokodil, una droga pesantissima e purtroppo molto economica ricavata dalle batterie”.
Il ritorno a casa per Giovanna “è stato, in un certo senso, un sollievo, perché mi sono resa conto che quello che è accaduto in Grecia poteva succedere anche a noi, ma per fortuna così non è stato. È vero che anche qui la crisi ha fatto molti danni, ma non m’è mai capitato di vedere una grande città ridotta così. E poi mi è piaciuto lo stile Caritas: anche a me che non vado in chiesa il messaggio di solidarietà, di incontro con l’altro per abbattere i pregiudizi, è risuonato molto, l’ho trovato davvero universale. Ho trovato belli anche i momenti di preghiera, che personalmente ho vissuto come occasioni di riflessione”.